Se qualche anno fa ti avessero detto che nel 2022 avresti potuto guidare una gravel “biammortizzata” probabilmente avresti riso di gusto. I puristi della gravel forse non si sono ancora abituati all’idea, ma oggi quella bicicletta esiste e si chiama Specialized Diverge STR.
L’ultima versione della Diverge STR è uscita a fine ottobre ma il progetto ha radici lontane. Nel 2014 durante una discesa lungo l’Eureka Canyon uno dei concept engineer di Specialized, Chris D’Aluisio, ebbe la grande illuminazione: “Sospendere il ciclista invece della bici” proprio come avviene quando è il corpo del ciclista stesso che si bilancia per attutire l’impatto delle vibrazioni. Da qui il sistema STR (suspend the rider) basato su un meccanismo di sospensione chiamato Future Shock, che fu applicato prima solo anteriormente alle bici da strada, per poi passare allo studio sulle gravel, e infine introdotto anche nella parte posteriore della bici.
Non è stato un passaggio semplice, perché si doveva superare prima di tutto l’ostacolo concettuale di una gravel con sospensioni. La gravel è la biciletta semplice per antonomasia, in cui rigidità e leggerezza fanno da padrone. Eppure, è proprio qui che la tecnologia Future Shock ha trovato la sua massima espressione, andando ad aumentare il comfort su ogni tipo di terreno senza pregiudicare la maneggevolezza.
Con questa Specialized Diverge STR 2022 siamo alla terza generazione delle Diverge e il percorso per perfezionare il nuovo sistema di sospensione del rider ha alle spalle anni di tentativi e perfezionamenti, culminati con questo modello che per la prima volta porta il Future Shock anche nella parte posteriore della bicicletta, nel tubo del reggisella. Ma andiamo con ordine, per capire meglio la portata di questa innovazione.