Bisogna tornare indietro di generazioni per conoscere Nani, alias Giovanni Pinarello. Ciclista e imprenditore, inizia la propria attività dopo una carriera nella corsa che lo vede come ultimo al giro d’Italia del 1951. Ma il destino lo vuole veder vincere nel mondo dell’imprenditoria più che sulla strada. Ed è così che i suoi telai, nati da un piccolo negozio alla periferia di Treviso, iniziano a farsi notare. Il successo è sbalorditivo. Dalle prime collaborazioni con atleti italiani e stranieri si passa velocemente – anno dopo anno – a correre insieme ai grandi nomi del ciclismo.
Le geometrie della bicicletta da corsa Pinarello vincono e fanno vincere. Si perde il conto. Dal Tour de France guadagnato insieme a Delgado, la bicicletta da corsa Pinarello si affianca in modo indissolubile a Miguel Indurain, che ne segna definitivamente il successo irreversibile. Nel frattempo, il cambio generazionale vede il passaggio del famigerato testimone: dal padre Giovanni al figlio Fausto. È lui che, ancora oggi, lavora alla ricerca di nuove linee, le stesse che hanno sostenuto in questi anni anche il ciclista colombiano Egan Bernal.